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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Piazza della Cancelleria (R. VI – Parione) (limitata a nord da Corso Vittorio Emanuele II, ad est da via dei Baullari e a sud da via del Pellegrino)

La piazza prende il nome dal palazzo ove risiede la Cancelleria Apostolica già dal 1486, costruito dal cardinale Raffaele Riario [1].

La costruzione fu effettuata in buona parte coi travertini del Colosseo, dal lato del Monte Celio, con le pietre dell’arco trionfale di Gordiano [2] e dell'Hecatonstylon [3] e con i travertini degli antichi bagni, che esistevano nella villa Cerretta, che era ad est delle terme Diocleziane.
Le due colonne che fiancheggiano il portone, e le 44 colonne di granito che sostengono le arcate aperte del cortile debbono provenire dall'Hecatonstylon.
Una delle grandi sale del primo piano fu affrescata da Giorgio Vasari (1511-1574) con i fatti rimarchevoli della vita di Paolo III (Alessandro Farnese - 1534-1549), in soli 100 giorni; e, vantandosene con Michelangelo (1475-1564), questi gli rispose: "si vede bene!".

Dice una cronaca che il danaro per tanta costruzione fosse venuto, al cardinale Riario, da una vincita al gioco di 60.000 scudi fatta a discapito del figlio di Innocenzo VIII (Giovanni Battista Cybo - 1484-1492).
Il figlio di Innocenzo VIII, Franceschetto Cybo, ricorse al padre che richiese al cardinale Riario la restituzione della somma, ma si sentì rispondere da lui che “Se expendisse eam in lignis et cementis et mercedibus fabrorum, eo quod struebat palatium in platea Sancti Laurentii in Damaso, et illud a fundamentis; potissime quandam turrim ibi in angulo se velle construere et palatium aedificare; quod ita fecit post, et proptera eam non habere”.
Il cardinale dovette ricorrere anche al banchiere romano Galli che, senza interessi, gli prestò 120.000 scudi per continuare i lavori (“120.000 scudi per un anno di grazia”!) [4].

La primitiva chiesa (IV sec.), prospicente via del Pellegrino, era prossima alla zona ove fu la rimessa della fazione circense Verde [5] (stabula factionis prasinae).
Nei primi anni di libertà ecclesiastica, se non anche in precedenza, la rimessa funse da  archivo (archibia) della Chiesa Romana, cui sopraintendeva, nel secolo III, il diacono Lorenzo.
Accanto alla chiesa, per tutto il medioevo, vi fu un piccolo edificio ed un cimitero; ma quando il cardinale Raffaele Riario costruì il palazzo in piazza della Cancelleria accanto, abbatté la primitiva chiesa che ricostruì più tardi entro il palazzo, adattandola verosimilmente in un cortile.

Nel 1571, la nuova chiesa fu  eretta a Vicaria, con “motu proprio” di Pio V (Antonio Michele Ghislieri - 1566-1572), secondo l’uso romano rimasto in vigore fino al XVIII secolo.
San Lorenzo e Damaso, come “matrice”, ebbe il privilegio del fonte battesimale, al quale dovevano convergere le parrocchie ad essa soggette e che ne erano prive. Il privilegio fu rinnovato nel 1624 da Urbano VIII (Maffeo Barberini - 1623-1644).

Dopo la congiura del Riario, nel palazzo, incamerato da Leone X (Giovanni de´ Medici - 1513-1521), vi furono collocati gli uffici della Cancelleria Apostolica.

Sotto la dominazione francese, la chiesa fu destinata ad aula della corte di giustizia e sul portone del palazzo si vede ancora inciso: “Corte Imperiale[6].

Nel 1848 il Governo pontificio vi ospitò il Parlamento, trasformatosi poi in Costituente Repubblicana. 

Sulla  scala  vi  fu  assassinato il 15 novembre 1848 Pellegrino Rossi [7].
Dal 1850 vi tornò la Cancelleria Apostolica.

Nel 1937, sotto il marciapiede del palazzo che costeggia il corso Vittorio Emanuele, sono stati ritrovati otto rilievi in marmo facenti parte di un grande monumento imperiale. Sono ora conservati nel Museo Vaticano [8].  Nell’angolo ovest del palazzo fu trovato il sepolcro di Aulo Irzio luogotenente di Cesare nelle Gallie e console nel 43 a.C.

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[1]            Sul selciato della piazza si notano due file di formelle in travertino che stavano ad indicare il posto riservato alle bancarelle dei libri usati del mercatino che vi stanziava tutti i mercoledì dal 1869 al 1939.

[2] )            Era l’arco i cui residui sono stati trovati nel 1872 nella via Gaeta all’incrocio con via Goito. Da essi si poté dedurre che l’arco, per le caratteristiche degli elementi  rinvenutivi, doveva appartenere all’età di Domiziano (81-96). e che Gordiano (238) avrebbe usato a proprio profitto elementi di archi preesistenti, come hanno praticato gli imperatori del III e IV secolo. Come dice Andrea Fulvio (XVI sec.) "i marmi del quale (l’arco di Gordiano) noi habbiamo veduto dissotterrare et essere posti nella muraglia del palazzo, e della Chiesa di San Lorenzo in Damaso, per comandamento del cardinale di San Giorgio” (il cardinale Raffaele Riario).

[3] )          Nome dato al portico del teatro di Pompeo.

[4] )            I lavori durarono 10 anni e terminarono nel 1486. La Cancelleria Apostolica, che era in via dei Banchi Vecchi, vi fu trasferita nel 1517. Nel 1492 vi si celebrò la presa di Granata con grandiosi spettacoli (in quell’occasione l’atrio del palazzo fu adattato ad uso di spettacolo) e vi furono rappresentati: La Rosa di Granata e il Fernandus Servatus di Carlo Verardi  e fu anche sede di una scuola di pittura. Il palazzo della Cancelleria fu detto del “Patriarca” forse dal cardinale Ludovico Scarampi (Patriarca di Antiochia - 1401-1465), restauratore dell’antica Cancelleria, del IV secolo, adattata da papa Damaso I (366-384) come casa cardinalizia e archivio dell’antica Chiesa di S. Damaso.

[5] )            Vedi “Piazza Navona” - Parione

[6] )            Sotto l'intonaco sul quale è scritto "Corte Imperiale", vi è una iscrizione , forse ancora integra, che diceva: R. CARD. RIARIUS – SIXTI IV PRONEP. – CAM. AEDES. FECIT ANN. SALUT. MCDLXXXIX, iscrizione ripetuta, per la data, alla finestra di mezzo del primo piano.
Ma questo 1489 non può indicare l’inizio della fabbrica. Il cardinale Riario demolì il palazzo già abbellito ed ingrandito dal cardinale Mezzarota, e la chiesa che guardava via del Pellegrino, e ricostruì  da’ fondamenti, “a fundamentis”, l'uno e l’altra come è confermato da una bolla “In sancta Petri sedes” del 1520, del Papa Leone X : “Cupiens palatium anticuum penes ecclesiam S. Laurenti in Damaso, quod ipse Raphael epicospus tunc habitabat, demoliri, et aliud palatium novum insigne et sumptuosum inibi costrui facere” etc. Il cardinale Riario, che era stato nominato camerlengo nel 1483, alla morte del cardinale d’Estouteville, andò prima ad abitare nel palazzo in piazza dell’Apollinare , ma, creato commendatario di S. Lorenzo e Damaso, passò nel palazzo annesso alla chiesa, che il Mazzarota aveva abbellito, ma poiché volle demolirlo, durante i lavori prese alloggio nel palazzo ora Altems, offerto dallo zio Girolamo ed appartenente alla vedova di lui Caterina Sforza. È antica tradizione che il cancelliere di Santa Romana Chiesa sia titolare della basilica di San Lorenzo e Damaso.  Sul travertino del  loggiato si leggono i nomi dei soldati della Repubblica Giacobina, da loro incisi, nomi accompagnati spesso da simboli massonici.

[7] )            “15 novembre 1848 - In questo comparisce nella Camera il Ministro Montanari (Ministro del commercio) col color della morte sul viso. Egli era entrato contemporaneamente al Ministro Rossi (Ministro delle Finanze, Interno e Polizia) nel palazzo, e narra che il popolo fece largo alla carrozza di Rossi, che dipoi, smontati Rossi e Pietro Righetti, questi sostituto alle Finanze, il popolo gli fece ala pel libero passaggio, fischiandolo, e circondandolo in guisa, che fu separato dal di lui servo e da Righetti. Rossi ai fischi sorrideva, e girava tra le dita i suoi guanti. Al primo scalino, o siano i congiurati, gli si strinsero ai fianchi, e mentre a dritta gli si diede una puntata con un bastone in un lato, Rossi volgendosi per dolersi dell´atto villano, a sinistra una mano esperta gli passò la gola, tagliandogli la carotide con un pugnale” (Diario della Rivoluzione di Roma - del marchese Luigi Lancellotti - Napoli 1862).
Pio IX era profugo a Gaeta, dove era ospite del Re delle due Sicilie Ferdinando II, dopo esser fuggito da Roma la sera del 24 novembre 1848, 9 giorni dopo che il suo primo ministro Pellegrino Rossi era stato assassinato sulle scale del palazzo della Cancelleria.
Pellegrino Rossi è sepolto nella chiesa di San Lorenzo e Damaso ed ha sulla tomba l'epigrafe: "causam optimam mihi tuendam assumps; miserebitus Deus".

[8] )            Vedi Studi Romani Vol.5, 1957.

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Lapidi, Edicole e Chiese :

- Piazza della Cancelleria
- Vicolo della Cancelleria
- Chiesa di San Lorenzo in Damaso - Interno
- Chiesa di San Lorenzo in Damaso - Lapidi

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